
Il Catanzaro 2010/11 è la peggiore squadra italiana di sempre
In Italia si gioca calcio in maniera organizzata, ovvero con regolari campionati, dall'ormai lontano 1898, in principio si è trattato di campionati la cui durata, tre o quattro settimane, decretava una squadra campione di una ben determinata zona geografica (Nord, Sud, Est), tutto ciò fino a quando non si è arrivati al girone unico (1929/'30) con relativo scudetto. Da allora il calcio italiano, quello della serie A come delle serie inferiori, ha vissuto una storia tutta sua, con squadre capaci di vincere anche cinque scudetti di fila o di rimediare figure barbine conquistando pochissimi punti in classifica. Su queste ultime squadre concentriamo la ricerca iniziando un viaggio nel tempo a caccia delle peggiori squadre dei campionati professionistici italiani, tenendo ben presente che il Catanzaro 2010/2011 (in fondo al suo girone di seconda divisione di Lega Pro con un -2) è la musa ispiratrice delle squadre non-squadre, ovvero quelle che fanno vergognare i propri tifosi.
In serie A, tra le squadre che hanno fatto meno punti di tutte, troviamo a quota 15 la Pro Vercelli (1934/'35), la Fiorentina (1937/'38) e la Sampierdarenese (1945/'46), con quest'ultima che prende parte al torneo di serie A "Alta Italia", mentre nella stessa stagione l'Anconitana conquista soli 9 punti in un girone con squadre appartenenti anche alla serie B. Nel girone finale ad otto squadre, poi, il Bari di punti ne racimola 5. Si trattava però, in questo caso, di un torneo in cui si sentivano ancora pesantemente gli echi dei cannoni della Grande Guerra. Dal 1946/'47 si riprende con maggiori risorse e voglia di dedicarsi allo sport obliterando atrocità, lutti e campi di concentramento, troviamo così il Venezia del 1949/'50 con 16 punti, la Pro Patria del 1955/'56 con 15, il Varese 1965/'66 (15) e 1971/'72 (13), quindi il Cesena 1976/'77 (14 punti) con Boranga, Frustalupi e Beatrice, il Verona 1978/'79 (15 punti), quindi il Catanzaro del romeno Viorel Nastase (1982/'83) con 13 punti frutto di 2 vittorie e 9 pareggi e l'anno seguente il Catania dei brasiliani Luvanor e Pedrinho con 12 miseri punticini in classifica. Quattordici sono stati quelli che ha invece conquistato l'Ascoli nel 1991/'92, mentre il Lecce 1993/'94 di punti ne ha raggranellato soltanto 11, mentre l'anno seguente toccò al Brescia il cucchiaio di legno (12). Nel 1997/'98 fu la volta del blasonato Napoli finire in fondo alla graduatoria con 14 punti (2 vittorie e 8 pareggi in 34 gare), mentre nel 2003/'04 l'Ancona ne totalizzò 13. Sin qui il discorso relativo alla massima serie.
In serie B, invece, le peggiori squadre di sempre sono state il Parma del 1931/'32 (9), insieme al Derthona (1933/'34), quindi nel 1934/'35 troviamo in fondo alla graduatoria il Pavia con tre soli punti ma soltanto perché ritiratosi a metà campionato. Nove sono stati i punti del Casale nel 1938/'39, 11 quelli della Lucchese edizione 1941/'42. Nel 1952/'53, poi, la stessa Lucchese è terminata ultima con due soli punti dopo averne subiti ben 18 di penalizzazione per un illecito sportivo.
In serie C tra le peggiori squadre troviamo il Potenza 1972/'73 (9 punti nel girone C), l'Asti nel girone A di serie C2 (11) e l'Ospitaletto (C2/A con 11 punti), quindi nel 1988/'89 il Sorso ha concluso il girone A di C2 con 8 punti vincendo una sola volta, quindi la Centese 1995/'96 (C2/B) con 11, mentre la Puteolana del 2002/'03 (C2/C) ha conquistato soltanto 6 punti vincendo una gara su 34.
Al tirar delle somme è facile notare come il Catanzaro di questi tempi (-2 con ulteriori punti di penalizzazione in agguato a nove giornate dal termine del campionato), sia davvero la squadra più scarsa nella storia del calcio italiano professionistico, dagli albori dei pionieri ad oggi, ovvero da 113 anni a questa parte.